Qualche giorno fa l'inaugurazione tanto attesa di "Intersezioni 7" ha visto protagonista uno tra i maestri contemporanei più famosi al mondo: DANIEL BUREN.
La mostra nel Parco Archeologico di Scolacium in Provincia di Catanzaro, è una delle sue
esposizioni più impegnative, una serie di opere, infatti, sono state realizzate per
l’occasione in Calabria e per le quali si è avvalso della collaborazione
di imprese del luogo.
Straordinari lavori in situ che meritano solo di essere visitati.
Il giorno dell'inaugurazione tra il taglio del nastro e il buffet organizzato, ho cercato di fare più foto possibili approfittando della poca luce rimasta. Spero vi piacciano!
Ecco il primo, situato subito dopo il cancello d'ingresso sulla sinistra. Venti grandi anelli in legno fungono da aiuole. Gli uliveti ci guadagneranno in bellezza? L'intento secondo le critiche esalta le sculture della natura. Secondo voi?
Subito dopo ecco la Basilica. L'effetto creato aggiungendo finestre colorate (gialla e rossa) è veramente bello, soprattutto di sera. Il luogo cambia completamente e diventa magico. L'ingresso diventa invece, ancora più imponente con l'aggiunta di questo grande arco.
“Per me il colore è pensiero puro, dunque
totalmente indicibile. Tanto astratto quanto una formula matematica o un
concetto filosofico”, ha scritto Buren.
Ecco l'installazione più riuscita secondo me! Cabane éclatée aux 4 couleurs: travail in situ, di 4x4x4 metri, perfettamente integrata con il paesaggio. Sono strutture esplose al loro interno che si aprono al vuoto e assorbono il luogo che le circonda condividendone l’esistenza. Tutto si riflette grazie agli specchi e le pareti colorate rendono tutto ancora più interessante.
Ecco il teatro, con 30 metri di specchi, permette di raddoppiare l’immagine dell’antica
costruzione sviluppando un contesto visivo del tutto straniante dove la
percezione del luogo subisce una progressiva trasformazione riflettendo e
nello stesso tempo occultando lo spazio. Ci si trova di fronte
all’impermanenza dello sguardo che assorbe i dati di una realtà
virtuale.
Con questa installazione i presenti si sono divisi in due parti. E' più bella e interessante la parte frontale o il retro?
Per me il retro! Cosi si vede bene come è tenuta in piedi la struttura, quanti sacchi ci vogliono ecc..
Infine il Foro romano con 53 colonne a strisce bianche e rosse che completano la planimetria. In questo caso il luogo dell’archeologia appare
come l’elemento ispiratore di un progetto architettonico che sfida il
tempo e lo spazio.
Come afferma Buren: “Le mie installazioni
permettono sia d’accentuare le linee di forza già esistenti all’interno
del Parco, riempire dei vuoti, come nel caso della Basilica, replicare
forme geometriche semplici, disegnare delle linee nello spazio, rilevare
le altezze, come nel caso del Teatro, o ancora, rintracciare delle
colonne che non sono mai esistite, come avviene nel Foro.”
Un dialogo con il passato, dunque, che trova nell’opera di Buren un nuovo e imprevedibile spazio visivo.
Un dialogo con il passato, dunque, che trova nell’opera di Buren un nuovo e imprevedibile spazio visivo.
Intersezioni dal 2005 ha ospitato alcuni dei
maggiori esponenti della scultura italiana e internazionale quali
Stephan Balkenhol, Tony Cragg, Wim Delvoye, Jan Fabre, Antony Gormley,
Dennis Oppenheim, Mimmo Paladino, Michelangelo Pistoletto, Marc Quinn e
Mauro Staccioli.
La mostra continua anche al museo Marca a Catanzaro. Presto andrò a vederla per voi e farò un nuovo post.
LINK ufficiali:
- intersezioni
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